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Medicamenti antiretrovirali moderni e aumento ponderale?

L'aumento ponderale con alcuni medicamenti anti-HIV è un tema molto discusso nella ricerca nel campo HIV. Diversi studi indicano l’esistenza di un legame tra l'assunzione di determinati medicamenti antiretrovirali, in particolare tenofovir alafenamide (TAF) e dolutegravir nell'aumento del peso.

L'aumento ponderale con alcuni medicamenti anti-HIV è un tema molto discusso nella ricerca nel campo HIV. Diversi studi indicano l’esistenza di un legame tra l'assunzione di determinati medicamenti antiretrovirali, in particolare tenofovir alafenamide (TAF) e dolutegravir nell'aumento del peso. I risultati degli studi condotti finora sono però difficili da interpretare, perché includevano solo un numero limitato di pazienti e si svolgevano in un unico Paese. Inoltre, negli studi precedenti, TAF e dolutegravir erano spesso utilizzati contemporaneamente, ciò rendeva difficile esaminare in maniera conclusiva la dinamica del peso in funzione del trattamento. L’obiettivo dell’attuale studio è di esaminare l'effetto dei singoli farmaci anti-HIV, compresi TAF e dolutegravir, sull'indice di massa corporea (BMI, body mass index). A questo scopo sono stati esaminati i dati dell'International Cohort Consortium of Infectious Diseases (RESPOND).

RESPOND è una collaborazione che comprende i dati di 17 coorti in cui partecipano oltre 29’000 persone che vivono con HIV. Lo Studio svizzero della coorte HIV (SHCS) fa parte di RESPOND. Le persone che vivono con HIV incluse in RESPOND a partire da gennaio 2012 e di età superiore ai 18 anni, potevano essere inclusi in questo studio. Al fine di determinare l'effetto dei medicamenti antiretrovirali sull’evoluzione del peso, il BMI è stato calcolato prima dell'inizio del trattamento per ogni medicamento antiretrovirale e ne è stata analizzata l’evoluzione. Le analisi statistiche hanno permesso di identificare differenti medicamenti antiretrovirali associati a un aumento del BMI superiore al 7% rispetto al BMI calcolato prima dell’inizio della terapia antiretrovirale.

Nello studio RESPOND sono stati analizzati i dati di 14.703 persone, di cui 7’863 (54%) presentavano un aumento del BMI >7%. Rispetto alla lamivudina, che non causa un aumento del peso, dolutegravir, raltegravir e TAF erano associati in modo significativo ad un aumento del BMI >7%. Altri fattori associati con l’aumento ponderale erano un BMI basso prima dell’inizio della terapia antiretrovirale e un’etnia di colore. Un valore inizial elevato dei linfociti CD4+ era associato a un rischio ridotto di aumento del BMI. Inoltre è stato rilevato che, rispetto alla lamivudina, sia dolutegravir che TAF erano associati ad un aumento del BMI >7% anche quando le due sostanze non erano combinate tra loro. Ciò nonostante, l’aumento del BMI era più importante quando il dolutegravir e il TAF erano assunti insieme.

Riassumendo, lo studio mostra una relazione tra assunzione di dolutegravir, TAF e raltegravir con l’aumento del BMI. Questa relazione potrebbe avere una rilevanza nella pratica quotidiana dato che il TAF è usato sempre più spesso al posto del tenofovir disoproxil fumarate (TDF) ed è assunto spesso insieme a dolutegravir. Lo studio RESPOND ha mostrato che TAF e dolutegravir sono associati in modo indipendente con un aumento del BMI e che l’aumento è più importante quando i due medicamenti sono assunti insieme. L’aumento ponderale può associarsi a una resistenza all’insulina, a un aumento del tasso del colesterolo e a un’ipertensione arteriosa, fattori che possono indurre malattie cardiovascolari. Gli studi futuri dovranno esaminare se l'aumento di peso associato ai medicamenti antiretrovirali comporti effettivamente un rischio aumentato di malattie cardiovascolari. Inoltre, dati supplementari sono necessari per verificare se TAF provochi effettivamente un aumento di peso o se il problema risieda in un calo ponderale indotto dal suo predecessore TDF. Il calo ponderale potrebbe risolversi al momento del passaggio a TAF e per tale motivo si osserverebbe un aumento relativo del peso corporeo.

Studio svizzero di coorte sull'HIV (SHCS)

Che cos'è uno studio di coorte?

Una coorte è un gruppo di persone che hanno vissuto un evento formativo comune e a lungo termine. Lo studio di coorte sull'HIV comprende persone con HIV in Svizzera.

Cosa fa lo SHCS?

L'SHCS è una collaborazione tra ospedali e medici curanti che si occupano di persone con HIV. Dal 1988, l'SHCS ha seguito oltre 22.000 persone con HIV, ha raccolto i loro dati sanitari e li ha analizzati in studi scientifici.

Perché raccogliere dati?

L'obiettivo della ricerca è migliorare la qualità di vita delle persone affette da HIV. Grazie ai risultati della ricerca, i medici curanti possono migliorare la terapia dell'HIV, ad esempio riducendo gli effetti collaterali. Anche i bisogni di salute mentale diventano più visibili. Partecipando all'SHCS, le persone con HIV danno un contributo prezioso al miglioramento delle cure mediche, per sé e per gli altri.